Un tema largamente diffuso nelle culture di tutti i tempi, quello della madre con il figlio in grembo. Esso può rappresentare, di volta in volta, la Terra madre di tutti gli uomini nelle religioni antiche, oppure la Madonna con Gesù nella religione cristiana, la maternità in generale, il rapporto di “quella” madre con “quel” figlio. In questa scultura, così poetica e intimista, il corpo non si libera mai dal senso dell’esistere e dalla condizione misteriosa del vivere: la forma scultorea che con ritmo rotatorio avvolge e plasma le sagome, rappresenta il vincolo imprescindibile dell’amore fra madre e figlio. La cavità scavata nella materia fa scaturire l’energia del movimento, circolare e ondulatorio, che evoca il gesto materno per antonomasia: quello del cullare, del ninnare il piccolo nato. Semplificando al massimo le forme, Mirannalti ha cercato di incarnare il legame indissolubile tra queste due figure, rendendo l’atteggiamento della donna, senza descriverlo, protettivo e difensivo.