L’installazione è composta da due aste di ferro arrugginito sulle quali emergono due sezioni di albero
private del loro nucleo centrale a causa della decomposizione del tempo. La corposità della materia e
la plasticità dell’opera evidenziano la duttilità del legno come materiale archetipo del lavoro dell’uomo
che sprigiona un calore naturale che possiamo sentire nostro. Le opere dell’artista sono state non a caso
definite di un “caldo espressionismo informale” proprio perché mantengono tutta la portata evocativa
dei materiali che le generano e le compongono e che, nella ricomposizione effettuata con tecniche miste
ricche di stimoli visivi, ritrovano una loro specifica ragion d’essere. Buchi dell’esistenza, assenze, mancanze,
pensieri, buchi da superare, passare dentro per andare oltre e vedere nuove prospettive in un anello
dorato dello spirito che ci conduce al coraggio del passaggio e nella solidità della forma e della materia
ci rassicura nella forza. Di buchi viviamo, nasciamo, ci amiamo. Nei buchi ci inseriamo per trovare il nido
della vita, per lasciarci avvolgere dentro come rifugio, a volte segreto e trovare consolazione nel nostro
passaggio.