L’opera “Ossi di seppia” è un sentito e rispettoso omaggio al mare che tutto abbraccia, accoglie e tutto
trasporta in ogni angolo del pianeta. La sua forma ricorda una goccia d’acqua e così ogni volta che si osserva
un’onda ci si emoziona pensando che giorni prima possa aver lambito le coste del Giappone o del
Sudafrica oppure dell’Islanda. I mari e gli oceani mettono in comunicazione tutti i continenti, accarezzano
tutte le coste: questa è la fratellanza. L’assemblaggio manuale delle lastre di argilla soffiata, come nella
lavorazione del vetro, sta alla base della lavorazione di questo pezzo. Naturalmente l’argilla non consente
una grande dilatazione, ma è comunque sufficiente per ottenere il risultato voluto. Dopo la prima cottura
a 1060 °C si procede alla smaltatura con un bagno di cristallina e ossido di rame. L’ultima fase della lavorazione è la seconda cottura in forno a gas con l’applicazione della tecnica raku che consente di “affumicare” il pezzo mettendolo a diretto contatto con segatura o foglie, il tutto chiuso in un contenitore. La
mancanza di ossigeno si manifesta con particolari effetti di colore sia sulla terra che sugli ossidi.